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Benvenuti

Sarà merito della primavera. O sarà colpa di un vecchio inverno che credevo se ne sarebbe andato e invece stenta a finire. In ogni caso sento il bisogno di essere qui. Il luogo è ideale: lontano da alcuni, vicino a tutti.

La mia infallibilità e la mia ragione sono state sconfitte e bravo chi ci è riuscito!, sempre che si tratti di un merito. Io lo intendo come tale, un bel merito per avermi fatta tornare qua. Sono grata a chi mi obbliga a guardare oltre o addirittura a muovere altrove, perché da sola forse non l’avrei fatto. Così non ho scelta. Mi rendo conto che una scelta obbligata non renda mia la maternità del merito: va bene, sia di chi lo vuole questo merito, se lo prendano il merito, ma io nel dubbio lo sfrutto; un “grazie” speciale a chi me l’ha servito sul piatto gelido di occhi che non ho riconosciuto, un altro “grazie” alla sfortuna e uno ancora al cielo, che ho scoperto vuoto. Il più sentito “grazie” però lo volgo a me: Michela, grazie per la tua forza, grazie per la tua insistenza, grazie per saper essere quella che puoi essere proprio nel momento in cui te ne credevi priva.

Allora evviva alla vita nel mio cervello, evviva agli amici, evviva a mia madre, evviva all’amore che, perduto o trovato, sono in grado di stupire. Evviva a queste mani che sento stanche, ma nervose e in cerca di bellezza.

La bellezza è sempre stata tra le righe, proprio quelle che si scrivono, che ho scritto, che ho letto, che ho copiato, che ho imparato a memoria, che ho rigirato tra i denti o che ho urlato a pieni polmoni. La bellezza è in lei che mi sorride dietro ad un filo d’erba masticato, la bellezza è il profumo nuovo che ho deciso d’indossare, è questo treno che mi porta avanti sfidando la gravità.

Chissà quanto durerà questo stato d’animo così indulgente verso il mondo, severo verso me medesima… Pazienza, dovesse anche dissolversi domani io oggi ho deciso di sfruttarlo e di ripresentarmi al cospetto delle mie parole. Con le parole devo fare i conti, e io sono qua per spogliarmi davanti a quello che ho da dire e a quello che non dirò. Le parole rappresentano quello che volevo essere e quello che sono, il brusio che sento come sottofondo alla vita che si srotola silenziosa sui palmi dei fatti. Per quanto se ne dica – che i fatti hanno una loro importanza nell’essenza – non vedo come si possa tralasciare l’inganno delle parole, che per essere dette con coscienza di frode costringono prima ad ammettere la verità, e la verità è un fatto personale. Se qualcuno pretendesse il vero (che, vi assicuro, spesso verrà sacrificato) venga a guardarmi negli occhi, perché è scontato che fiabe e storie debbano rispondere alla comune esigenza di finzione, esigenza anche di chi le scrive. Il vero è sempre arido, il vero vi annoierebbe, il vero non sarebbe in grado di raccontarvi la fine.

E allora le parole sovrane, le parole che appagano, le parole che scrivo per me e quelle che scrivo per altri, le parole che verranno a mancare e le parole che nessuno vorrebbe sentire.

Le parole sovrane, monarca il punto e a capo, metafora di brillantezza e spavalderia, orgoglio e misura.
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Eccolo. Mi inchino. Salute anche all’aggettivo ben disposto, alla punteggiatura tutta, il ritmo e il suono eccellentissimo. Fanculo ogni tanto alla sostanza, ché ad essere coerenti quanto eleganti non tutti sono buoni.



Ah, il nome del blog: mumble mumble. Il nome ha la sua importanza, o almeno dovrebbe averla. La verità (sì, per una volta la verità!) è che mi è venuto istintivo, è nato dalla sorpresa dell'idea
scrivere. Mi sono detta "Ma come scrivere? Io? Non è possibile..." e quando il form mi ha chiesto un titolo ci sono rimasta. Caspita! Mica ci avevo pensato! Un titolo dovrebbe essere ad effetto, una cosa che poi pensi "Mamma mia! Che roba! Che poesia!" e invece, con la mente vuota sono stata capace solo di perdurare nella meraviglia e pormi la domanda per l'ennesima volta: "Ma io che ci faccio qui?". Poi mi sono sentita felice.



In ultimo, dal momento che ormai qui ci siamo, BENVENUTI.

mercoledì 12 maggio 2010

2 responses to Benvenuti

  1. ndr says:

    Grazie.
    Per l'ospitalità.

    ndr