Uno è a casa, in una casa: bella, con un
camino, raccolta e accogliente, foderata di legno chiaro che dalla finestra ci
si vedono le montagne con un bel po’ di neve sopra, fuori nel piccolo giardino
ci sono animaletti selvatici, sopra ai fornelli sempre una pentola che sbuffa,
se mi sforzo di immaginare bene e con precisione c’è anche qualcuno che suona
un piano, forse sono io.
L’altro cuore è per strada e cammina e svolta angoli
di continuo, fa un po’ freddo ma su una piazza in lontananza l’orchestra suona
una canzone che non è d’amore ma fa venire voglia di tenerla stretta tra le
braccia e di posarle un bacino sulle guance, le persone sono sorridenti e in
cielo c’è una stella sola che parla e nessuno che la capisce, ma io e lei la
ascoltiamo e capiamo tutto, capiamo segreti del tempo e dello spazio che per la
prima volta vengono svelati all'umanità, e gli altri sono completamente ignari
addirittura del fatto che ci sia una stella e che questa parli (se mi sforzo,
in realtà, sta suonando uno strumento bellissimo e cantando una ninnananna, le
cui parole ora non le ricordo perfettamente, ma dicevano più o meno “Non devi
piangere.... dolce amore.... oro... il fiume, l’argine, il mondo...” e altre
cose belle e tristi che nessun altro ha mai udito se non io e lei, che è
accanto a me e che tiene gli occhi all'insù e il naso sprofondato in una
sciarpa di mille colori).
Questi due cuori sono spavaldi e valorosi e, come
due cavalieri alla ricerca del Graal, sono anch'essi dei peccatori senza salvezza. Poiché
un’antica storia narra che la madrina al momento del battesimo può
influenzare la vita del battezzato, a questi due cuori, fratelli gemelli, in
quel giorno fu assegnata un’orrenda maledizione: in caso anche solo uno dei due
si macchi la veste della coscienza di peccati, all'età di 25 dovranno battersi
e solo uno rimarrà vivo.
S’incontreranno un giorno non lontano, dovranno
battersi e combattersi e non sanno, non sanno ancora che uno dei due dovrà piangersene,
andarsene, raccontarsene di balle prima di spirarsene, e poi infine morirsene.
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